E ci siamo tolti anche Sanremo.
Un sacco di artisti, tanti bravi.
E questo rito del Ted-monologo dell’ospite che ci ha regalato un paio di omelie a sera.
Seconda serata. Elodie.
Alle due di notte, si (ma a quell’ora anche ci) prende il tempo per raccontare alcune dinamiche della sua e della nostra vita.
Parla fondamentalmente di periferia.
E di come in certe situazioni di scarsità la mente umana smetta di sognare. Finisce che ti preoccupi solo di fronteggiare la continua emergenza.
Cerchi i soldi per pagare il tuo debito e per farlo ti indebiti ancora di più.
E non ti rimangono risorse da impegnare per provare ad uscire da quel circolo vizioso.
Pensi che un diverso avvenire non sia per te.
Anzi non ci pensi proprio.
Sognare non è un’opzione.
Ecco, tutto ciò non se l’è inventato Elodie.
È come funziona la mente umana in condizioni di scarsità.
E gli studiosi quando parlano di scarsità non intendono solo la scarsità economica. Le dinamiche sono le stesse anche quando c’è scarsità di tempo. O di relazioni sociali e affettive.
Non cambia nulla. Per questo ci riguarda tutti.
I signori che hanno studiato tutto ciò, hanno nomi difficili: Sandhil Mullainathan e Eldar Shafir. Uno insegna Economia ad Harvard, l’altro Psicologia a Princeton.
[Il loro libro invece ha un nome facile, si chiama Scarcity e ve lo consiglio di cuore.]
Elodie ha confermato, con le sue parole e la sua esperienza, la validità di questo studio che forse non ha mai letto.
[Ma magari l’ha letto… Io, che non sono uno studioso, ho comprato il libro catturato dalla sua copertina volutamente “scarsa” e cucita a vista.]
E ha anche aggiunto che, in certe situazioni, la mancanza di prospettive riesce a farti sentire sempre di non essere all’altezza della situazione..
Perché devi rincorrere sempre.
Non hai il tempo per studiare ad Harvard e a Princeton e ti sembra ingenuo persino pensarci.
La paura di non essere all‘altezza ti fotte.
Può paralizzarti, farti rinunciare.
Oppure ossessionarti e farti fare la qualsiasi pur di avere l’approvazione degli altri.
Quando riesci a superarla hai risolto tante cose.
Semplicemente inizi a lavorare sodo per diventare all’altezza e, contemporaneamente, a non preoccupartene più.
E infatti Elodie conclude dicendo che essere all‘altezza non è più un suo problema.
E canta, perfettamente all’altezza, un pezzo di Mina piuttosto difficile.
Ecco questa é un’iperbole, un paradosso.
Un paradosso, lo spiego al mio alter-ego hater, significa che non intendi dire letteralmente quello che hai detto.
Così come lei non intende sminuire l’importanza di studiare e farsi il mazzo.
Intende dire che la paura cronica di non essere all’altezza spesso ha altre origini.
E non ha niente a che vedere con il fatto di essere o meno all’altezza.
Valutazione che peraltro, in parecchi casi, è piuttosto opinabile.
[Per i boomer come me, essere all’altezza deriva da un foglio di carta, un titolo di studio, un’iscrizione ad un albo, perché se stoni come autodidatta sei uno stronzo impostore, se stoni con una laurea sei un fottuto genio che infrange le regole]
Il problema di Elodie, però, è che è anche molto bella.
E una donna bella non può fare un paradosso e dire che essere all’altezza non è un più un suo problema.
Una donna bella se è arrivata lì è perché l’ha data a qualcuno.
E in generale una donna non può essere allo stesso tempo bella e riuscire a fare un paradosso.
Io invece, che sono un cesso d’uomo, posso.
Quindi buona festa della donna.